A me hanno insegnato che i comandamenti sono dieci. Universalmente, quelli consegnati da YHWH a Mosè sul monte Sinai, sono “i dieci comandamenti”. In realtà le cose non stanno proprio così.
In entrambi passi biblici dove i comandamenti sono riportati (Esodo 20 e Deuteronomio 5), c’è un undicesimo comandamento, elencato tra il primo e il secondo:
Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai.
Le domande a riguardo sono importanti e sono due: cosa significa il comandamento e perché è stato ignorato. A una lettura letterale implicherebbe il divieto di rappresentare sotto forma pittorica o scuoltorea qualsiasi entità soprannaturale, benevola o maligna, ma anche forme terrestri come animali e oggetti, nonché realtà del subconscio umano (le acqua sotto la terra).
Per un’analisi corretta c’è da tenere presente il contesto della Torah nella rivelazione divina. Gli gnostici ritenevano che quel dio a tratti crudele e vendicativo dell’AT non potesse essere lo stesso che Gesù chiama Padre; ergo doveva essere un demiurgo, qualcuno che si arrogava di un qualche potere creativo e che si sostituiva al vero dio, conferendo agli israeliti una rivelazione fasulla, basata sulle leggi del karma. Gli gnostici avevano torto, ma anche ragione. Che YHWH fosse il Padre non c’è dubbio, infatti lo stesso Rabbì afferma:
«Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento.» Matteo 5:17
Ma è anche vero che la legge mosaica non è tutto, è da completare. Gli israeliti non erano pronti per ricevere una legge superiore, come anche del resto duemila anni fa il mondo non era pronto per ricevere quella rivelazione che si è conservata per molti canuti secoli nelle cave di Qumran e Nag Hammadi. Quindi YHWH ha consegnato loro il decalogo per alleggerire il karma alle anime degli israeliti, in modo che esse potessero pian piano, nel ciclo delle reincarnazioni, liberarsi dalla tirannia dei signori che il karma lo gestiscono. In ultima analisi, Gesù è l’anima che è libera dalla schiavitù del karma e perciò viola costantemente la legge mosaica, ciononostante muore sulla croce facendosi liberamente carico del karma altrui. I farisei sono invece coloro che non ancora fermi infangati nella palude della psiche, che non capiscono che per progredire spiritualmente bisogna abbandonare la morale e l’etica comunemente intese.
“Non ti farai idolo né immagine alcuna” serve non proprio per alleggerire il karma, ma invece per liberarsi dalle forme-pensiero o egregore (di cui si era già parlato qui). Tutti i pensieri umani che si riferiscono a una medesima cosa contribuiscono a nutrire di energia la relativa forma-pensiero esistente nel piano astrale. Simboli di partiti politici, nazioni, squadre di calcio sono come catalizzatori di energie psichiche che vanno ad alimentare le egregore, le quali come una banale tenia solium agiranno sulla realtà fisica in modo da aumentare le proprie possibilità di sopravvivenza, cioè cercando di catalizzare quanti più altri pensieri e emozioni possibili. Altre egregore potenti sono quelle delle istituzioni, delle aziende, delle idee poltiche, delle religioni; come c’è un’idea di tutto (dice Socrate nel Parmenide) così di tutto c’è una forma-pensiero. Episodi paranormali, dischi volanti, madonne che piangono, sono tutti eventi alla cui realizzazione contribuisce, se non causa interamente, una forma-pensiero. Di fronte a una madonna che piange arriverà sempre un stuolo di vecchiette pronte a recitare rosari, offrendo così un olocausto psichico gradito alle entità che l’hanno provocato.
Bisogna ora rispondere al secondo quesito: perché è stato ignorato. Penso che la risposta giusta sia quella più semplice, cioè che le forme-pensiero sono la fonte energetica principale per coloro che governano questo mondo, e perciò siano tra gli interessi fondamentali da salvaguardare. Non oso immaginare che banchetto prelibato costituiscano migliaia di persone riunione per un concerto, una partita di calcio, o una messa. O ancora peggio, milioni di persone davanti allo schermo di una televisione a guardare i resoconti tragici del terremoto in Giappone. Ma questo regno non durerà ancora per molto.
E per le grand final, le forme-pensiero spiegate alla maniera del Maestro, cioè en parabolè: