Azzardiamo? Ci provo: Buffon, Grosso, Chiellini, Panucci, Zambrotta, Ambrosini, Aquilani, De Rossi, Cassano, Toni, Perrotta. Casillas, Sergio Ramos, Puyol, Marchena, Capdevila, Silva, Senna, Xavi, Iniesta, Torres, Villa.
La Spagna ha qualità, altrochè. Gioca lentamente, e colpisce con movimenti repitini, preparati in modo sornione. Sembra addormentata, e invece Iniesta o Silva liberano un uomo davanti al portiere dal nulla. Lasciare Fabregas in panchina è un suicidio. Ma contenti loro. Quindi? Quindi bisogna tenere i ritmi altri, non lasciarli giocare, preferibilmente giocare noi nella loro metacampo.
Inoltre conteranno molto i duelli individuali. Panucci-Villa, Chiellini-Torres; non è difficile da indovinare. De Rossi su Silva e Ambrosini su Iniesta. Qui si deciderà la partita. Ambro ha forza fisica per vincere in partenza il duello col buon Andrès. Quindi la partita si deciderà veramente sull’altra fascia. A te la responsabiltà, Lele.
Poi se Cassano e Perrotta faranno bene il loro mestiere, dovrebbero riuscire a tenere impegnato minimo Senna, forse anche Xavi. Quindi dovremmo avere, quasi sempre, Aquilani libero in mezzo al campo. A te la seconda responsabilità, Aquilo.
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Infine il mercato e le voci di Cristiano Ronaldo dato in partenza verso la Spagna. “Davvero va al Real Madrid? Beato lui”, dice Gattuso. “Beato lui”?, Rino spiega: “Io non c’entro nulla con loro, lì sono abituati ai piedi buoni, io resto nella mia famiglia, nella squadra che mi ha dato la possibilità di giocare tre finali di Champions. Non può andare sempre benissimo, ma io sono orgoglioso di indossare la maglia del Milan, un club che non ha nulla in meno rispetto al Real Madrid che almeno cinque coppe dei Campioni le ha vinte quando mio nonno aveva 20 anni”.
Come vanno questi Europei?
Tutto si avvera nel vaticinio di Sacchi: “Van Basten sarà un grande allenatore”. Marco ha sorpreso anche me, per come sa gestire tutti gli uomini di qualità, per come ha ovviato alla mancanza di consistenza in difesa. Gioca un calcio offensivo, si può permettere di attaccare con cinque uomini che fanno per dieci, si affida agli uno contro uno, fa le ripartenze come Dio comanda. Perchè le squadre che vincono, da sempre, si difendono compatte e colpiscono in contropiede.
La Spagna ha i giocatori migliori, ma lascia giocare gli avversari; e poi non ti puoi permettere di lasciare fuori uno come Cesc. Il Portogallo non dà punti di riferimento, ha giocatori immarcabili. Ma sono tutte squadre leziose. Un’altra cosa la concretezza.
E noi. Non voglio dire tanto. Una squadra senza dei veri campioni, senza qualcuno che sappia lasciare sul posto un uomo. Tranne uno. Fantantonio può fare la differenza.
E tanta nostaglia di un giocatore, uno che ha il grimaldello per le partite più complicate, uno che nei palloni senza logica, sporchi, disperati (come quelli che arrivavano a Toni) vede sempre il modo di buttarla dentro. Nostalgia di Superpippo.
In questo momento ogni mio pensiero è pentimento, inteso come pentimento cristiano e non mortificazione per la propria inutilità. Il pentimento avvicina a Dio come dice il mio cardinale preferito, ma ognuno di questi pensieri avvisa che nella tua ricerca sei un passo più indietro rispetto a quanto pensavi un minuto fa.
Le virtù ci sono imposte dai nostri più malvagi crimini. Da i miei più malvagi crimini.
Penso che ci sia qualcuno che ha trovato il suo Assoluto, la sua redenzione, e che la sua potrebbe essere anche la mia, se la trovassi. Se avessi la capacità di seguire TS Eliot nel suo viaggio con i magi, aiutato dal suo successore contemporaneo, Roger Scruton.
Vorrei andare in vacanza, e come vacanza intendo viaggio verso Nord, e leggere. E pensare. E scrivere. Senza più smettere, finchè non avrò trovato la mia redenzione.
E poi tornare, forte della mia conoscenza. Oppure la Storia ha corridoi contorti, e ci inganna con ambizioni sussurate, ci guida con le vanità. E non vorrei arrivare alla conclusione che nè la paura nè il coraggio mi salveranno.
La nuova stagione ruggisce. Mi divora. Facciamo finta che io non abbia scritto tutto questo inutilmente.
Io, un vecchio sospinto dagli Alisei in un angolo di sonno.
Pensieri di un arido cervello nella stagione arida.
Gli antivirus sono uno spreco di soldi
Mi dispiace fare quello che sapeva già tutto da prima. Ma oggi leggo un articolo dove John Stewart, chief security officer di Cisco, dichiara:
“Se dovessi spendere soldi su patching e su antivirus, e continuassi ad infettarmi e poi quindi a pulire il pc e ancora re-istallare e poi recuperare dati… l’intero costo delle operazioni sarebbe proprio uno spreco. A mio parere il modo migliore di affrontare la questione è quello di utilizzare whitelist – quindi solo software eseguibili certificati.” |
Ecco, a parte il discorso Mac, a occhio e croce è da cinque anni che ho abrogato l’uso di antivirus su tutti i sistemi Windows con cui sono in contatto, per motivi vari. Ovviamente qualcuno mi ha dato del matto. Tanti saluti, uomini delle caverne.
Grande GP, grande Montecarlo, grande tempo mandato dal buon Dio, grande Lewis. Grande Rosberg, che stava andando fortissimo sulla pista dove è nato prima di andare a schiantarsi sulle barriere. Grandissimo Sutil, il suo pianto accasciato dentro al box quando era a un passo da un magico quarto posto con i suoi esigui mezzi. Mi si permetta ancora un grande Lewis, per tecnica è attualmente il migliore.
Era un proposito che avevo da tempo, ma è giusto metterlo per iscritto come ogni buona legge che si rispetti. Da oggi non darò più un centesimo del mio denaro a Carlo Feltrinelli e ai suoi supermercati del libro, colpevole di togliere lavoro a centinaia di promotori editoriali, spazio a decine di piccole case editrice, e clienti a migliaia di libreria indipendenti. Nonchè di presentare sugli scaffali solo materiale ideologicamente selezionato. Lo stesso dicasi per il reparto musica.
In questa sede altresì mi pento e mi pentisco per ogni libro, disco, stupidaggine comprata in tutti questi anni di ignara condotta. Prometto di non cercare la smarrita tessera Più, e se accidentalmente dovesse capitarmi tra le mani, di distruggerla.
Non sono solito mettere i miei pensieri per iscritto. Non i pensieri che riguardano la mia vita. Comunque. L’altro giorno Battilana mi fa:"Lei è nervoso". Eggrazie. "Le tensioni che accumula poi si trasformano nei suoi blocchi". Poi ha cominciato un po’ a vaneggiare. "Perchè lei quando entra in un luogo con che cosa impatta per primo con l’energia di quel luogo? – io muto -… Con la fronte e con il cuore!". Sono ancora abbastanza libero da non escludere questo tipo di conoscenza, comunque sono scettico e non ho tempo per pensarci molto. Intanto per la prima volta da tempi immemorabili ho passato un’ora del mio lunedì sera in palestra. Il che è bene, se non fosse che sto regredendo (dato che non progredi est regredi). Aspetto il fondamentale ausilio di un ciclo di creatina, ma per fare quello dovrei prima curare il mio fegato e per questo ho fiducia nella bacchetta di Mago Merlino dell’erboristeria Merlino (Dolo).
Infine sabato il compitino di Fisica 2 è andato talmente bene rispetto al tempo che ho passato a studiarla (diciamo O(x^2), se non O(2^x) ), che mi sono battezzato in riposo fino a oggi per gli altri. E un po’ sento delle fiammelle sotto il sedere per gli integrali che non ho mai imparato a fare.
E oggi ho preso il caffè non corretto. Mi hanno chiesto se stavo poco bene.
Anni del liceo
"Il libro di Scalfari è molto di più, ovviamente, è un’autobiografia esistenziale e filosofica (tenere a mente l’indegnità anche estetica di accostarcisi, rende più intensa la lettura), ed è soprattutto un lungo magnifico salto negli anni del liceo: ci sono tutti i filosofi studiati a scuola, tutti, e ognuno è citato con le stesse frasi che ci si scriveva sul banco per cavarsela alle interrogazioni senza aver studiato. Eugenio Scalfari, venerato maestro che eccezionalmente è riuscito a non cadere mai nell’altra classica categoria del Novecento, solito stronzo, regala democraticamente anche agli indegni un’immedesimazione. Lui studiava sul Lamanna, io sottolineavo l’Abbagnano, ma la res cogitans e la res extensa sono state uguali per tutti, come la ragion pratica e la ragion pura e il Discorso di Cartesio e “Fatti non foste a viver come bruti”. E Rousseau e i Sepolcri di Foscolo, fino a quella frase di Nietzsche che ritorna molto spesso ne “L’uomo che non credeva in Dio” e stava sui diari e sugli zaini di tutte le femmine perché rimandava a cose rimorchianti di maschi fumatori e ripetenti. Infatti è anche una maglietta Feltrinelli: “Bisogna avere un caos dentro di sé per partorire una stella danzante”."