C’è del sano in Danimarca
Ha ragione Alexandre Adler, ha ragione a scrivere sul
Figaro che in tempo di guerra questo è un atto di irresponsabilità, una mossa scorretta. Complimenti ad Adler, realista come sempre. Ma detto questo, basta, di indulgenze relativistiche ne ho viste abbastanza in questi giorni sui giornali (una su tutte: Enzo Bianchi sulla Stampa), soprattutto da antiteisti quotidiani che in un vuoto di coscienza o forse in una caduta di stile affermano che quelle vignette, in effetti, erano un po’ pesantine. Molti altri invece, e ne sono sorpreso, si sono alzati dal confuso complesso di inferiorità occidentale e hanno protestato, si sono schierati compattamente dalla parte dell’Occidente. Forse perchè è stato toccato Voltaire, sono state toccate le libertà d’espressione e di stampa figlie dell’Illuminismo, e si sa,  ai filosofi delle gauche puoi toccare tutto, ma non la Rivoluzione. Non mi trovo d’accordo con il giudizio del presidente Ciampi, seppur equilibrato, per cui libertà d’espressione e libertà di religione non devono cozzare l’una con l’altra: le vignette non limitano la libertà di religione, le minaccie di morte limitano sì quella d’espressione. E’ ora che l’Occidente faccia blocco compatto, non per difendere chissà chi o chissà cosa, ma per difendere sè stesso, come ha sempre vissuto, senza paura. Come scrive Luca Sofri: “Senza avere paura: se noi oggi ci ritiriamo “rispettosamente” sulle stronze vignette danesi, avremo dimostrato che l’intimidazione e la minaccia funzionano. Il criterio con cui pubblicare delle vignette che irridono la religione, con cui fare un film in Olanda sulle donne musulmane, o con cui scrivere un romanzo che si chiama “I versetti satanici” dev’essere solo e soltanto la nostra capacità di capire se sia giusto o no, se sia offensivo o no: e se non lo faremo sarà perché abbiamo pensato che fosse meglio non farlo. Ma non per paura di essere ammazzati”. Oggi sono danese.

"Qoelet, non so perché la Chiesa non ti riconosca come santo, chissà quanti suicidi hai evitato, in ogni tua riga c’è una goccia di morfina per ogni dolore. La legge 194 non si tocca perciò ieri mattina in un ospedale di Milano un macellaio ha toccato una creatura di 11 settimane per strapparla dal ventre di L. (con una cannula o un cucchiaio o un forcipe o un ago) e lasciarla come una carpa tirata fuori dall’acqua, che muore boccheggiando sul prato. Hai una fiala perfino per questo: “Meglio di lui – lui è il macellaio, immagino – è l’aborto perché questi se ne va nella tenebra e il suo nome è coperto dalla tenebra. Non vide neppure il sole, non conobbe niente: eppure il suo riposo è maggiore di quell’altro”. Almeno la creatura non avrà bisogno della tua morfina, vecchio amico ebreo di duemiladuecento anni fa."
Camillo Langone, "Preghiera" nel Foglio del 20/01/2006

"Quest’uomo ingiuriava Cristo in mia presenza con i più bassi insulti, e tuttavia non è mai stato capace di mettere a confronto con Cristo se stesso e tutti i progressisti di questo mondo. Non è mai stato capace di accorgersi quanto c’era in lui stesso di meschino amor proprio, di odio, d’insofferenza, d’irritabilità, di volgarità, ma soprattutto di amor proprio. Insultando Cristo, lui non si è chiesto: ma cosa metteremo al suo posto? Non possiamo mica metterci noi stessi, che siamo così spregevoli."
Fëdor Michailovic Dostoevskij