All’ora del crepuscolo, quando gli occhi e la schiena
si tirano su dal banco, quando il motore umano attende
come un taxi che borbottando aspetta,
io Tiresa, sebbene cieco, sballottato tra due vite,
vecchio uomo con seni di fanciulla, posso vedere
all’ora del crepuscolo la sera che si volta verso casa,
e porta verso casa il marinaio dal suo mare…

(E io Tiresia ho pre-sofferto tutto,
immobile sullo stesso divano o letto;
io che a Tebe mi sono seduto sotto le mura,
e ho camminato tra i più miseri dei morti)

Stai calmo, tieni duro. Lo so,  ma è già successo tante volte, e hai resistito sempre. E’ Maggio, sei stanco lo so, ma devi tenere duro. L’estate arriva presto. E finisce anche presto. Avrai tempo per riposarti, per pensare, per ritrovare té stesso. Questo nervoso ti passerà prima o poi, e tornerai alla tua solita calma. Calma, non avere fretta. Non devi assolutamente avere fretta. Lo so, hai paura, ma non è questo il modo. Hai atteso fin’ora, che ti cambia aspettare ancora qualche tempo? Hai paura che succeda qualcosa… hai paura di essere costretto a… Abbi fiducia però. Non buttare via tutto quello che hai fatto, può essere buono come sfogo momentaneo, però dopo te ne pentirai.
Abbi la calma di attendere qualche giorno, riservati di stare in pace, di non far nulla. Solo per un po’, non più di tanto. E dopo si può ricominciare come sempre.
Good Luck.

Ho visto una vecchia foto, un po’ rovinata, forse rappresentante un qualche episodio della Prima guerra mondiale, dove tre uomini tremavano e singhiozzavano un attimo prima di venire fucilati. Ma quello a cui andavano incontro era la morte, non il dolore. Non sapevano comprendere la differenza. Com’è limitato il repertorio delle reazioni umane!

Sotto braccio libbri…
Io non pensavo. Non pensavo davvero. Quando quest’estate passava in radio “Vorrei cantare come..”, pensavo che fosse uno dei soliti tormentoni, del solito sconosciuto che trova un refrain orecchiabile e psicagogico. Sì, la musica mi piaceva, sentivo che forse aveva qualcosa in più delle altre, ma nulla di più. Quando una Preghiera di Langone (http://www.qohelet.it/2005/10/28/nessun-titolo-310/) mi fece ascoltare “Studentessa Universitaria”, rimasi stupefatto da una certa genialità e intuitiva al di là di una musica da Leonard Cohen in versione allegra e di un testo composto da parole più semplici che mai. Per caso poi conobbi anche la storia di questo Simone Cristicchi, un’artista un po’ frustrato per non essere riuscito mai a sfondare, perchè nessuno in quel suo mondo aveva intuito il suo talento e il valore delle sue canzoni. Capito questo, capito di senso di quelle canzone che ogni tanto andava in radio d’estate, l’uomo mi è cominciato a stare simpatico; ma non avevo mai approfondito, prima di oggi. E davvero non pensavo. A domani per il seguito.

Wirkungen des vollen Mondes (or just Poundian impulses)
Che fai, luna, in ciel?
Dimmi che fai, silenziosa luna.
April is the cruellest month,
Venerdì il giorno più archetipico.
I don’t care if monday’s blue,
Friday c’è eros/thanathos.
Ubermensch (Zeno – Zarathustra).
Ma il due volte crocefisso
Dove lo trovate nella storia?
Igne natura renovatur integra.
Thy glass will show you thee how thy beauties wear,
The dial how thy precious minutes waste.
L’amore (o la bellezza)
Arrivano con la velocità della luce,
la separazione
con quella del suono
e questo deterioramento
è quello che forma una lacrima.
Perché noi siamo essere finiti,
e lasciando qualcosa
abbiamo paura di lasciarla per sempre.
Go and catch a falling star,
save it for rainy days.
If only tonight we could sleep
In a bed made of flowers
If only tonight we could fall
In a deathless spell.
If only tonight we could slide
Into deep black water
And breathe
And breathe…
Then an angel would come
With burning eyes like stars
And bury us deep
In his velvet arms
And the rain would cry
As our faces slipped away
And the rain would cry
Don’t let it end…
(C’è chi aspetta la pioggia per non piangere solo).
Vai e acchiappia una stella cadente,
conservala per un giorno di pioggia.
Sweet Thames, run soflty till I end my song.
Blame it on the black star,
Blame it on the falling sky,
Blame it on the satellite
That beams me home.
Prenditela con la stella nera,
Prenditela con il cielo che cade,
Prenditela con satellite
Che mi teletrasporta a casa.
Conosco le cose che girano attorno alla tua testa
E cosa ti fanno.
Fourmillante cité, cité pleine de rêves,
Où le spectre en plein jour raccroche le passant.
Unreal city,
sotto la nebbia grigia
di un mezzogiorno d’inverno.
[Perché senza te io non vivo
E mi manca il respiro se tu te ne vai
Solamente tu sai anche senza parole
Dirmi quello che voglio sentire da te
C’è un tempo per l’amore che spiegarti non so
Ma che forse davvero domani con te finalmente vivrò. (Kunstler, Cammariere)]
Abbiamo indugiato nei recessi del mare,
trattenuti da ninfe coperte di alge.
Finchè le voci umane ci svegliano,
e noi affoghiamo.

Peace, love, empathy.
(capitato per caso tra le mani
il filo Hume – Cobain)