Ho comprato anche l’ultimo libro di Palahniuk. Non è un romanzo, neanche un decamerone o un pomeriggio a Ville Diodati come Cavie, ma è un’accozzaglia di appunti, mezze storie, vagamente organizzate. E’ realtà più che immaginazione. Realtà che la supera. E c’è molto della vita di Chuck, che faceva volontariato in centri per tossicodipenza o peggio, lì dove ha sentito la vera realtà. Ad ogni modo era quello che cercavo, un libro che mi facesse alzare a pagina 33, per andare a prendere un bicchere d’acqua, e lasciarlo sul letto per ricominciare più tardi. 33 pagine di Palahniuk, fidatevi, sono abbastanza.

C’è un incomprensione di fondo sul dibattito moderno sullo scientismo, sull’iper-laicizzazione della ricerca scientifica. L’incomprensione è tra la fascia di coloro che sono nati prima della metà secolo e quelli che del secolo sono nati verso la fine. Quarant’anni – non serve dirlo – sono tanti di questi tempi e in questo paese. Per farla breve, se prima il dogma era quello cattolico, erano le "radici cristiane" e l’attaccamento alla metafisica, ora il nuovo dogma è quello scientista, materialista. La mentalità comune dei nati verso la fine del secolo è, appunto, la seconda. Molti miei coetanei o quasi si vantano di andare oltre l’ignoranza, di pensare loro sì razionalemente, di non fermarsi alla credulità da bambini. In realtà non hanno fatto nessun sforzo critico, ma si sono beotamente adattati al pensiero corrente. Se cento anni fa le insinuazioni erano la mente potesse essere coincidente col cervello, ora le insinuazioni sono che la menta sia staccata dal cervello. E’ incredibile come nessun divulgatore eccelso o benemerito professore di filosofia della scienza si sia mai accorto di questa scissione. O forse fa comodo fare sempre la parte della vittima, come se la Chiesa fosse quella di una volta e l’Inquisizione esistesse ancora.
Articoli vittimisti come quello del carissimo Boncinelli sono un po’ patetici.
Sta roba continua.

Marcenaro
Uno passa sopra a tante cose, si mette lì, bacia la pantofola, se la sente menare che è diventato teocon, aspetta gli stati generali della chiesa italiana a Verona manco fosse il concorso di Miss Universo, non si tocca perfino quasi più, e per tutto ringraziamento sale sul palco la star della serata, lui, un principe della chiesa, nientemeno che Dionigi Tettamanzi, e ti invita a far che? Ad andare a cacare: “E’ meglio essere cristiani senza dirlo che proclamarlo senza esserlo”. Incarta e porta a casa. Ma tu non molli, depresso quel che sei ti guardi in giù, controlli che le radici cristiane stiano al solito posto, le vedi e riparti in quarta contro gli islamisti. La satira di qua, l’autocensura di là, ma diamoci da fare, prendiamoli un po’ in giro, morale, c’è kamikaze e kamikaze. Ecco. Immaginate allora con quale entusiasmo si sia appreso ieri che Benedetto XVI, sempre a Verona, e nel momento stesso in cui cazziava Tettamanzi come uno scolaretto, abbia voluto aderire allo spirito della nostra campagna sull’islam plurale con una sua autorevolissima, prestigiosissima, influentissima: “C’è cardinale e cardinale”.

Musica per le mie orecchie. "Villaggi dell’Alaska rifiutano il petrolio di Hugo Chávez, fornito gratuitamente. “Nessuno si può permettere di chiamare ‘diavolo’ il nostro presidente Bush”, ha detto un gruppo di abitanti della zona."