"I use my fit to go to work everyday and to support my 3 month old son and my wife. Its great car. My sons car seat firs perfect.Im 18 years old starting of a family, its hard and gets frustrating but it gets better everytime i sit in my GD3. I wish i made more money to put in it but as of right now im still getting furniture for my house. Im a mechanic in the US Air Force so thats what i use my fit for to save the world and support my family of 3."

Mi venga un colpo se non mi commuovo.

Come montare (in scrittura) un disco ntfs su Mac – How to mount a ntfs disc (r/w) on a Mac (using MacFuse and NTFS-3G)
English version is coming soon. Questo tutorial è pensato per chi vuole rendere accessibile e scrivibile un disco NTFS dal proprio Mac.

Finder carica automaticamente i dischi ntfs, ma li rende accessibili in sola lettura. Per abilitare la scrittura dobbiamo eseguire qualche semplice procedura.

Passo 1
Innanzitutto procuriamoci il materiale base: i pacchetti che ci servono sono Fuse (http://fuse.sourceforge.net/) e NTFS-3G (http://www.ntfs-3g.org/). Fortunatamente non dobbiamo compilarli con terminale nè serve Xcode, qualcun’altro per noi (il progetto MacFuse di Google e altri utenti volenterosi) li ha già compilati. Tutto ciò che ci serve lo potete scaricare qui.

Passo 2
Dallo zip installiamo il MacFuse core, poi dal pacchetto NTFS-3G prima i MacFuse Tools e dopo il driver NTFS-3G. Nonostante la versione più nuova di questo driver sia il 1.516, quest’ultima si è rivelata gravemente fallata. Meglio la 1.417 (quella inclusa). Non c’è bisogno di fare null’altro, l’installer di Mac OS X fa tutto da solo.

Passo 3
Riavviamo il computer.

Passo 4
Al riavvio vi comparirà sul desktop (o nel Finder) l’icona di una risorsa di rete, che sarà il vostro disco ntfs, e comparirà con un nome del tipo "disk0s3" (prendetevi un appunto di questo nome). Ora nella maggior parte dei casi, sei provate a copiarci un file dentro vi apparirà un messaggio di errore perchè non avete sufficienti permessi.
Qui entra in gioco il terminale.

Passo 5
Prima di tutto, dobbiamo espellere il disco ntfs, semplicemente cliccando il pulsante nel Finder come si fa con un cd. Ora apriamo il terminale, e scriviamo:
sudo -s
per loggarci come root. Ci verrà chiesta la password di sistema. La forniamo.
Ora dobbiamo renderci disponibile il comando ntfs-3g, per questo digitiamo:
ln -s /usr/local/bin/ntfs-3g /usr/bin/ntfs-3g
Ora dobbiamo creare una cartella in /Volumes/ e montare il nostro disco con i giusti permessi. Per cui scriviamo:
mkdir /Volumes/"Nome disco"
Il nome ovviamente è a piacimento, ricordatevi che se volete inserire spazi le virgolette " " sono necessarie. Poi diamo il comando:
ntfs-3g /dev/disk0s3 /Volumes/"Nome" -o default_permissions,volname="Etichetta"
dove al posto di disk0s3 ci sarà il nome che vi siete appuntati nel Passo 4.
Il nostro disco è ora caricato e funzionante.

Passo 6
Dovremmo ripetere questa operazione (il passo 5) ogni volta che accediamo al sistema. Perciò possiamo creare un eseguibile da shell che contenga lo script che ci serve.
Ovvero, sempre nel terminale, scriviamo:
pico sh ntfs.sh
Abbiamo aperto un editor di testo che ci permette di creare lo script. Copiamo ora all’interno della finestra queste righe:

#!/bin/sh

diskutil unmountdisk /dev/disk0s3
mkdir /Volumes/"Nome disco"
ntfs-3g /dev/disk0s3 /Volumes/"Nome" -o default_permissions,volname="Etichetta"

Per uscire premiamo crtl+x e diamo y per salvare. Ora abbiamo il nostro eseguibile, che potrà essere lanciato da shell ogni volta che vogliamo con il comando:
sudo sh ntfs.sh

Questo è quanto. In pochi minuti abbiamo configurato il nostro disco. Grazie a mistico86 (http://mistico86.wordpress.com) per la base di questo tutorial.

Ieri ero sotto la doccia, quando ho avuto un’intuizione geniale, mi si è rivelato un frammento di verità dal labirinto dei miei pensieri e dalla pioggia di goccioline d’acqua. Ok, non ho intuito l’eterno ritorno e la mia doccia non è il lago di Ginevra, ma è abbastanza per sorprendermi.

Ora che sono in serata proustiana, vi racconto una storia. Una domenica di qualche anno fa, un dicembre, all’ora di pranzo in Italia, si giocava una partita in Giappone. Tomasson, poi la zappata di Costacurta, e andò come andò. Carletto disse: "Abbiamo perso, ma qui ci torno". Non ci credevo. Dopo Istambul, ci credevo ancora meno. Non pensavo che questo Milan avesse ancora una cartuccia da sparare, l’ho pensato solo dopo quella notte a Glasgow. Avevi ragione Carletto, a Tokyo ci ritorneremo.

"LANDIS SPARA AL SUO MANAGER
(ANSA-REUTERS) – MALIBU’ (CALIFORNIA), 18 MAG – Floyd Landis, il ciclista statunitense vincitore del Tour del France dello scorso anno e risultato positivo al controllo antidoping, ha sparato al suo manager dopo aver appreso che questi aveva fatto una telefonata minacciosa al tre volte campione del Tour de France, Greg Lemond. (ANSA-REUTERS) PEG
LANDIS SPARA AL ++ RETTIFICA ++
(ANSA) – ROMA, 18 MAG – Nella notizia proveniente da MALIBU, delle ore 4,17, dal titolo Ciclismo: Landis spara al suo manager ”, si prega di rettificare nel titolo ”Ciclismo: Landis licenzia il suo manager e alla 4/a riga come segue: ”…ha licenziato il suo manager” . Seguira’ ripetizione corretta. PEG"

Rubato da Camillo.

“Monsieur Maldini – scrive il quotidiano sportivo – vive ancora come un ragazzino il calcio per cui prova un amore che non si spegnerà mai. (…) Come il padre, Maldini, in 23 anni di carriera, non si è mai allontanato dal senso di morale, del dovere, della fedeltà e dell’etica che lo hanno reso una delle icone del calcio italiano. Domani, se i preparatori atletici sono efficaci e gli dei ci ascolteranno, il Milan potrà offrire a Maldini une delle più belle gioie della sua carriera, ad un anno dall’addio annunciato, una quinta Champions League, la prospettiva di una nuova finale Intercontinentale e, perché no, l’occasione di sognare ancora una volta il Pallone d’oro”.

Ewige Weiderkehr des Gleichen. E’ questo il contributo più grande di Freddy all’umanità, contributo anche per me. Amor fati. Amare il proprio destino. Così è non perchè capita, così è non perchè è necessario, così è perchè voglio che sia. E ho voluto infinite volte e infinitamente vorrò. Non voglio altro che il mio destino.