Preghiera 27/07/2007
Sant’Agostino, tu hai scritto “Ama, e fa’ ciò che vuoi”. Qualcun’altro mi aveva avvisato che quello era stato il suo motto araldico finchè certi rimorsi non avevano cominciato a tormentarlo la notte. Ora, questi rimorsi stanno tormentando anche le mie notti.

Non so come mi è capitata questa casa, costruita nel 1585, la più antica del paese. Non so come mi sono capitati questi interni interamente lignei, le porte che mi tocca abbassare la testa per passarci, la libreria incastonata nella pareti, la terrazza a meno di un metro dalla strada pavimentata. So che ho acceso il mio mac in questa casa del Seicento, mi sono steso sul divano e ho ascoltato le note riecheggiare nella stanza e sulla strada. Mi sono sdraiato ad ascoltare Morrissey. Alexis Morrissey.

"A causa di un malinteso senso di rispetto per le differenze — e talvolta per sensi di colpa postcoloniali — è stata ceduta alle comunità culturali un’eccessiva autorità nel fissare regole di comportamento per i loro membri. Il liberalismo non può essere basato sui diritti dei gruppi, perché non tutti i gruppi sostengono valori liberali. La civiltà dell’Illuminismo europeo, di cui la democrazia contemporanea è l’erede, non può essere culturalmente neutrale, dal momento che le società liberali hanno propri valori che riguardano l’eguale dignità e valore dei singoli. Le culture che non accettano tali premesse non meritano uguale protezione in una democrazia liberale. I membri delle comunità immigrate e i loro discendenti meritano di essere trattati su un piano di parità come individui, non come membri di comunità culturali."
E’ molto carino tutto ciò da parte tua, Francis. Sì, molto carino.

"I use my fit to go to work everyday and to support my 3 month old son and my wife. Its great car. My sons car seat firs perfect.Im 18 years old starting of a family, its hard and gets frustrating but it gets better everytime i sit in my GD3. I wish i made more money to put in it but as of right now im still getting furniture for my house. Im a mechanic in the US Air Force so thats what i use my fit for to save the world and support my family of 3."

Mi venga un colpo se non mi commuovo.

Come montare (in scrittura) un disco ntfs su Mac – How to mount a ntfs disc (r/w) on a Mac (using MacFuse and NTFS-3G)
English version is coming soon. Questo tutorial è pensato per chi vuole rendere accessibile e scrivibile un disco NTFS dal proprio Mac.

Finder carica automaticamente i dischi ntfs, ma li rende accessibili in sola lettura. Per abilitare la scrittura dobbiamo eseguire qualche semplice procedura.

Passo 1
Innanzitutto procuriamoci il materiale base: i pacchetti che ci servono sono Fuse (http://fuse.sourceforge.net/) e NTFS-3G (http://www.ntfs-3g.org/). Fortunatamente non dobbiamo compilarli con terminale nè serve Xcode, qualcun’altro per noi (il progetto MacFuse di Google e altri utenti volenterosi) li ha già compilati. Tutto ciò che ci serve lo potete scaricare qui.

Passo 2
Dallo zip installiamo il MacFuse core, poi dal pacchetto NTFS-3G prima i MacFuse Tools e dopo il driver NTFS-3G. Nonostante la versione più nuova di questo driver sia il 1.516, quest’ultima si è rivelata gravemente fallata. Meglio la 1.417 (quella inclusa). Non c’è bisogno di fare null’altro, l’installer di Mac OS X fa tutto da solo.

Passo 3
Riavviamo il computer.

Passo 4
Al riavvio vi comparirà sul desktop (o nel Finder) l’icona di una risorsa di rete, che sarà il vostro disco ntfs, e comparirà con un nome del tipo "disk0s3" (prendetevi un appunto di questo nome). Ora nella maggior parte dei casi, sei provate a copiarci un file dentro vi apparirà un messaggio di errore perchè non avete sufficienti permessi.
Qui entra in gioco il terminale.

Passo 5
Prima di tutto, dobbiamo espellere il disco ntfs, semplicemente cliccando il pulsante nel Finder come si fa con un cd. Ora apriamo il terminale, e scriviamo:
sudo -s
per loggarci come root. Ci verrà chiesta la password di sistema. La forniamo.
Ora dobbiamo renderci disponibile il comando ntfs-3g, per questo digitiamo:
ln -s /usr/local/bin/ntfs-3g /usr/bin/ntfs-3g
Ora dobbiamo creare una cartella in /Volumes/ e montare il nostro disco con i giusti permessi. Per cui scriviamo:
mkdir /Volumes/"Nome disco"
Il nome ovviamente è a piacimento, ricordatevi che se volete inserire spazi le virgolette " " sono necessarie. Poi diamo il comando:
ntfs-3g /dev/disk0s3 /Volumes/"Nome" -o default_permissions,volname="Etichetta"
dove al posto di disk0s3 ci sarà il nome che vi siete appuntati nel Passo 4.
Il nostro disco è ora caricato e funzionante.

Passo 6
Dovremmo ripetere questa operazione (il passo 5) ogni volta che accediamo al sistema. Perciò possiamo creare un eseguibile da shell che contenga lo script che ci serve.
Ovvero, sempre nel terminale, scriviamo:
pico sh ntfs.sh
Abbiamo aperto un editor di testo che ci permette di creare lo script. Copiamo ora all’interno della finestra queste righe:

#!/bin/sh

diskutil unmountdisk /dev/disk0s3
mkdir /Volumes/"Nome disco"
ntfs-3g /dev/disk0s3 /Volumes/"Nome" -o default_permissions,volname="Etichetta"

Per uscire premiamo crtl+x e diamo y per salvare. Ora abbiamo il nostro eseguibile, che potrà essere lanciato da shell ogni volta che vogliamo con il comando:
sudo sh ntfs.sh

Questo è quanto. In pochi minuti abbiamo configurato il nostro disco. Grazie a mistico86 (http://mistico86.wordpress.com) per la base di questo tutorial.

Ieri ero sotto la doccia, quando ho avuto un’intuizione geniale, mi si è rivelato un frammento di verità dal labirinto dei miei pensieri e dalla pioggia di goccioline d’acqua. Ok, non ho intuito l’eterno ritorno e la mia doccia non è il lago di Ginevra, ma è abbastanza per sorprendermi.

Ora che sono in serata proustiana, vi racconto una storia. Una domenica di qualche anno fa, un dicembre, all’ora di pranzo in Italia, si giocava una partita in Giappone. Tomasson, poi la zappata di Costacurta, e andò come andò. Carletto disse: "Abbiamo perso, ma qui ci torno". Non ci credevo. Dopo Istambul, ci credevo ancora meno. Non pensavo che questo Milan avesse ancora una cartuccia da sparare, l’ho pensato solo dopo quella notte a Glasgow. Avevi ragione Carletto, a Tokyo ci ritorneremo.