Lotta fino alla morte per la verità, e il Signore YHWH combatterà per te. (Siracide 4:28)
 

E' molto strano, guardando Bruno Vespa che veniva accompagnato vicino alla tomba di Kéfa, poi per la Basilica, la cupola, l'incredibile Cappella Sistina e le logge di Raffaello. E' molto strano perché è come se la Chiesa non mi appartenesse più. Ho sentito di guardare con distacco quello che una volta mi coinvolgeva. Come se fosse una delle tante cose mondane. Ma non so fare altro che andare avanti per la mia strada, confidando nella guida dell'Altissimo.

Guidelines

Aggiornamento delle linee guida di questo blog. Dato che è scientificamente provato che la multimedialità, nonché la presenza di link, riducono la concentrazione, danneggiano l'apprendimento di quello che si sta leggendo (e quindi, in definitiva, il piacere), questo blog sarà come è sempre stato – testo, e solo testo – ma ancora più radicalmente e con più convinzione. Se c'è qualcosa che non si conosce, si può cercare su Google dopo aver finito di leggere. E' molto meglio così, trust me. Per tutto questo devo ringraziare, ancora una volta, Nicholas Carr.

Disumanità

A lungo ho osservato con stupore l’evidente assurdità dei giorni nostri. Tra le tante, mi stupivo di come persone assolutamente prive di verità nella loro vita, impegnate a difendere aborto, divorzio, contraccezione, edonismo e utilitarismo su larga scala, insieme ad altre impregnate della peggiore xenofobia, potevano trovarsi d’accordo nel provare amore irrazionale verso gli animali.
Chiaro, il diavolo deve passare per puro (altrimenti come agirebbe su questo mondo, qualora tutti potessimo dire “eccolo, è là?”), per cui si sceglie degli ambiti, evidentemente marginali, in cui essere puro; indi li eleva a grande importanza onde l’umanità ne sia distratta. Chiusa la parentesi metafisica.

Negli ultimi giorni hanno fatto grande scalpore rimbalzando nel web due video. Nel primo una vecchietta cestinava un gatto domestico. Nel secondo una ragazza si divertiva a scagliare in un fiume cuccioli di cane. I commenti su Facebook si sprecano. Cito: “La uccido con soddisfazione personale!”, “che gente di merda che c’è a sto mondo!”, “avrei preferito vedere lo stesso video a parti invertite e farmi una grassa risata!”, “Pena di morte per chi maltratti gli animali”. Sono azioni indegne, eppure non sono più gravi che manipolare un embrione. Eppure, mentre il coro in difesa dei nostri migliori amici è unanime e dai toni forti, quello in difesa degli embrioni è sparuto e sommesso.

Qual’è la ragione di tanto amore e di così tanta violenza? Come mai agli animali è attribuita un’umanità tale, che alcuni giustificano la pena di morte in loro difesa? A lungo ho cercato una risposta senza trovarla.

Come persona non odio nè amo gli animali. Li considero parte del nostro ambiente, ottimo strumento, godevole compagnia, piacevole pasto. Ho trovato l’approccio più sensato e rispettoso alla questione animale quello di Roger Scruton (Gli animali hanno diritti?, 2008). Non mi dilungherò molto sulle sue argomentazioni, piuttosto sintetizzo di risultati: gli animali non hanno diritti, siamo noi ad avere dei doveri verso di loro. Uno dei modi migliori per amarli è cacciarli (rispettando la riproduzione) e mangiarli, oppure allevarli (con la massima cura) e mangiarli.

Ma tornando alla mia domanda: come mai agli animali è attribuita una tale umanità? Tutto mi è stato all’improvviso chiaro leggendo l’ultimo libro di Nicholas Carr. Quel tipo tosto racconta di ELIZA, un semplicissimo programma che simulava uno psicoterapeuta rogeriano. Fu scritto da Joseph Weizenbaum del MIT nel 1966. Per ovviare al fatto che un programma che debba sostenere una conversazione con un essere umano deve avere una seppur minima conoscenza del mondo (e quindi un database), Weizenbaum scelse la psicoterapia: il programma risponde con domande o affermazioni “open loop” che non aggiungono nessuna informazione al contesto, ottenute solo rielaborando la frase precedentemente immessa dall’utente. Una tipica conversazione può suonare così:

“Oggi sono stanco”
“Come mai sei stanco?”
“Ho avuto noie al lavoro?”
“Ah al lavoro…”
“Sì, quel progetto della torretta portautensile mi sta dando più noie del previsto”
“Dimmi di più sulla torretta portautensile”

E così all’infinito. La cosa che sconvolse Weizenbaum è il coinvolgimento con cui le persone si trovavano a conversare con ELIZA. Stentavano a credere che non ci fosse una persona a rispondere ai loro messaggi. O meglio, lo sapevano, ma per loro era difficile da comprendere. Addirittura la segretaria di Weizenbaum, a cui aveva dato il programma da sperimentare, si rifiutò di mostrargli la conversazione perché aveva raggiunto argomenti troppo intimi.
Da ELIZA agli animali il passo è breve. Se è possibile proiettare sentimenti umani di empatia, amore, fiducia verso poche righe di codice per il solo fatto che si esprimano nel tuo linguaggio, sarà molto più facile farlo verso gli scodinzolanti migliori amici dell’uomo. Eppure per loro non esiste nulla di ciò.

 

La tua bellezza illumina il tramonto
e splende nell'aurora
è un incendio nella notte
che mi brucia e mi divora
la tua bellezza è faro
in notti di tempesta
e anche se non vive il cuore
mi va bene quel che resta
la tua bellezza è stella
che brilla sopra i mari
che mi guida fra le ombre
dei miei ricordi amari
la tua bellezza è cura
di ogni cicatrice
è una dea che oggi mi appare
ma il futuro non predice

Non Nobis Domine – Elegia

Socialismo/1

I socialisti pensano che le differenze nella vita in fatto di ricchezza, successo, abilità in svariati campi, inclusa quella con le donne, siano tutte dovute in in primo luogo alla pura fortuna. In seconda istanza ad altri fattori minori come l'aver barato in qualche modo. Per questo invocano sempre e ovunque lo stato, il cui unico scopo è quello di fare giustizia, ovvero redistribuire equamente la fortuna, iniqua per sua natura. Per questo poi giocano alle lotterie, scommettono e si riversano nel gioco d'azzardo, perché vedono la vita controllata dalla fortuna. Questa non è la mentalità americana, l'unico stato dove è considerato vergognoso essere socialisti. Il sogno americano è che ognuno, privatamente e col sudore della propria fronte, possa raggiungere qualsiasi obbiettivo che si prefigge nella sua vita. Perciò lo stato deve essere leggero, e ha il solo compito di favorire l'iniziativa privata.

Nella mia vita ideale, come Nietzche, passerei le giornate in lunghe passeggiate sul lago di Ginevra o nei lungomare della Versilia. Lì mi verrebbe in mente almeno un’idea geniale al giorno, ad esempio l’eterno ritorno dell’uguale, che alla sera, davanti al fuoco di un camino, tramuterei in un libro. Invece, come in un paio di famosi versi di Marlowe, mi devo accontentare delle idea semi-buone che la mia mente cova mentre, dopo pranzo, cado in dormiveglia sul divano.

Day One

Nove dicasi 9 gradi, che non sono quelli della Tennet's, ma la temperatura stasera a Canazei, sono duri da sopportare senza un goccio d'alcol. La grappa al pino è altrettanto dura da bere, visto che la sensazione è di masticare aghi (di pino) imbevuti nella propria resina. Ma ci sono rischi che si possono correre.
Questo posto ha poco da invidiare a Cortina: negozi aperti anche la sera, molte macchine, un buon numero di romani bardati come Totò a Milano. Fa solo più freddo. Esco e nell'attraversare il buio parco giochi mi aspetto di trovare qualche grezzo con cui scambiare occhiate di sfida. Invece niente, zero, il massimo della perfezione: ci sono due famiglie che hanno portato la prole a giocarci. Delusione. Però ho una casa con una scala a chiocciola. E' una cosa che sognavo da tempi immemorabili. E la connessione funziona, dopo aver rischiato per due volte nelle ultime 24 ore di rendere il mio iPhone utile quanto un fermacarte di design.
Tra le persone che incontri molte coppie avanti con gli anni, in qualcuna solo uno in avanti, l'altra una semi bellezza dell'est sulla trentina; poche entrambi giovani. Ho persino visto un 2-set decente infilarsi in club di montagna dall'insegna al neon blu… ma questa è una settimana di vacanza anche in questo senso.

You’ve go to find what you love

Nei momenti di difficoltà è bene ascoltare, ancora una volta, le parole di grande ispirazione che Steve Jobs pronunciò, in un'assolata mattina di giugno, davanti a una assemblea di eccellenti studenti di Stanford.


 

Le due migliori cose capitategli nella vita? Aver lasciato l'università ed essere stato licenziato dall'azienda che aveva fondato. "A volte la vita ti colpisce con un mattone in testa. Ma non mollare. Devi trovare quello che ami fare". Anche se non vedi i puntini unirsi, persevera. Un giorno tutto ti servirà. Per cui mi propongo di tagliare ogni perdita di tempo. Ogni cosa che non sia studiare e migliorarmi.

Lungo post obbligato sul mondiale

Ultimamente mi occupo meno di calcio. Non riuscirei a dirne bene il perché, forse è che tutto è sempre uguale sotto il sole, e io congiunturalmente mi annoio. Però, visto i recenti eventi (Italia clamorosamente fuori dal mondiale) mi sento in dovere di commentare. Soprattutto perché ho visto la mancanza di commentatori adeguati: Sky la ammiro ma non mi abbono, e in Rai Beppe Dossena è troppo solo.

Onestamente abbiamo fatto peggio di quanto immaginassi. Avevo più fiducia in Lippi e nella sua capacità di fare scelte. Ero convito che avremmo comunque fatto la nostra magra figura.
Invece no.

Sbagliate sono state le convocazioni. Da buon milanista, mi avevano fatto arrabbiare le esclusioni di Borriello e Storari. Il primo ha dimostrato nel corso del campionato di essere una gran prima punta, uno che riesce sempre a prenderla prima del difensore per appoggiarla alle seconde punte. E' un lavoro che Gilardino in una partita e mezza non ha dimostrato di saper fare, e visto che Gila è anche privo di grandi fondamentali tecnici (il dribblig gli è estraneo, il palleggio quasi), non si capisce in cosa sia preferibile a Borriello. Storari poi non è mai stato neanche nominato, nemmeno dai giornali. Eppure negli ultimi 12 mesi è stato il migliore portiere italiano. Basta aver seguito minimamente il campionato oppure semplicemente consultare il sito della Gazzetta e guardare la media voto del campionato: 6.50. Sotto di lui Julio Sergio, Castellazzi, Dida (eh sì), Frey, Abbiati, Sirigu, Viviano, Sorrentino, Rubinho, Curci, Gillet, Andujar, De Sanctis, Buffon, Amelia, Julio Cesar, Marchetti. Insomma abbiamo giocato col 17° portiere del nostro scorso campionato. Non male. In questo campionato del mondo abbiamo incassato cinque gol; metto la mano sul fuoco che Storari due ne avrebbe parati.
Sono stati lasciati a casa anche G. Rossi, fondamentale nella Confs Cup, con la motivazione che aveva giocato poche partite (perché Camoranesi, Iaquinta, Buffon?); Ambrosini (che ammetto poteva non servire), Miccoli e Cassano. Aggiungo che ho visto giocare Antonini molto meglio di quanto abbia fatto Criscito in queste partite. 

Capitolo formazione. Su Quagliarella non c'è altro da dire, se non che era l'unico in palla già in amichevole, e allora si doveva schierare, se è giusto che giochi chi è in forma. Maggio è stato tenuto fuori perché non difende. Ma la difesa ha fatto acqua e allora si poteva anche rischiare. I centrali si sono dimostrati decisamente privi di sincronia, cosa ancor più grave perché hanno giocato insieme tutti l'anno. Errori individuali è stato Cannavaro a commetterli, ma Chiellini si è dimostrato il più in difficoltà. Non sembra quel fenomeno che molti pensavano. Gilardino è stato del tutto inutile, Iaquinta giocando da esterno. Camoranesi sembrava un personaggio in cerca d'autore. Marchisio un pesce fuor d'acqua. L'assenza di Pirlo è stata pesantissima. Con la Slovacchia sembrava l'unico centrocampista consapevole dei propri mezzi. Ci sono volute due partite e mezza per trovare il modulo giusto (4-2-3-1).

Domani questo post continua.

Tempo dei pronostici. Quattro anni fa non ho fatto pronostici. Due anni fa ho azzeccato Spagna (vincitrice) e Russia (rivelazione). Quest'anno dico Brasile. Il Brasile meno brasiliano della storia. Gli Oranje sono fenomeni come sempre, ma non vinceranno mai nulla. La sorpresa? Ho visto un buon Giappone, ma probabilmente verrà dal Sudamerica: Uruguay.

Turiste straniere – parte due

Nonostante sia fine Aprile il caldo è arrivato. Le maniche della mia camicia sono già arrotolate. E’ uscito un album dei Baustelle che terrà caldo il mio iPod per tutta l’estate, immagino. Io sto male. La sinusite mi ha colpito e mi sto ancora riprendendo.
Ma un bel pomeriggio arriva un messeggio su Facebook, e con grande stupore non si tratta di seccatori: quelle due ragazze americane che in quella fredda sera di Febbraio avevamo incontrato sono di nuovo a Venezia, e ci chiedono di incontrarle. Mi strofino un po’ gli occhi. Poi prendo in mano il telefono: il primo da avvisare è il Mose. Il quale chiaramente non dà segni di vita dall’altra parte del filo ideale. Poco male, perché allora si passa alla via più rapida ed economica: aprire World of Warcraft. E’ il bello di avere una sottoscrizione ancora attiva, pur avendo smesso.
Ad ogni modo, nel giro di un’ora ci mettiamo d’accordo sul da farsi: proporremo di mangiare insieme una pizza la sera dopo. Solo Maci tira pacco, affermando di dover lavorare. Ma so per certo che in realtà teme la reazione della sua dolce metà.
Molte questioni ora si accodano all’ingresso della mia mente. E il mal di testa non rende nulla di facile soluzione. Che atteggiamento usare? Il manuale Mystery in pdf è sempre sul mio desktop, aspettando di essere studiato, ma la pigrizia ha contagiato anche questo campo. E’ lì da due mesi, e ne avrò letto metà. Una volta, quando ero un tipo serio, l’avrei finito in una settimana. Quando ero un tipo serio avevo anche lo spray ai feromoni. Mi sarei scritto la scaletta delle battute, preparato gli argomenti della conversazione. Ma non ho voglia, e la sinusite mi assolve.

L’appuntamento è alla otto al ponte di Rialto. Hanno un po’ di difficoltà ad arrivare, da brave signore alle prese con le mappe. Alyx è più carina, e abbronzata, di come me la ricordassi. La bruttona di Walla Walla è invece tale e quale era nella mia memoria. Il nome di Alyx (Alice-Lynx) mi è di gran fascino; sarà in effetti da annotare per il futuro. Mischia la figura della ragazzina predestinata ad essere l’agente della vendetta contro il male e la lince, schiva guardiana dei segreti della natura. Ritornando alla realtà, la nostra destinazione sono le Oche di Lista di Spagna. Facciamo la strada nuova, più animata, e nel tragitto offriamo loro uno spritz. All’Aperol, perchè sono ragazze. Eppure mi era sorto qualche dubbio, dato che non conoscevo le loro abitudini riguardo al bere, ma è vero non ci si può esimere da qualcosa che è tutt’uno con la mia terra. Se non bevi lo spritz, piuttosto butto via il bambino con l’acqua sporca e andiamo tutti a casa.
Entriamo nel locale. Forse sono più avanti di noi nel bere. Forse lo sono diventate dopo sei mesi in Italia. I miei compari ordinano birra. Io penso di seguirli. Alyx si sorprende che non beviamo vino. Accidenti, preferisci il vino alla birra? Questo è un bel carico di punti a tuo favore. Allora cerco di convincerla a prendere del vino insieme, però non ci capiamo e a lei sembra che cambi bevanda per cortesia. Così birra per tutti. In Italia non si vedono ragazze (senza baffi) che bevano birra. Non che sia meglio o peggio.
A me piace quella che gli inglesi chiamo Insight (si potrebbe tradurre con introspezione). Un test di Facebook  (fonte di verità!)  sulle intelligenze di Gadner che si professava “serissimo accuratissimo”, mi ha schiaffato nella categoria degli intrapersonali. D’altronde sono anche un grande appassionato di Poirot. E come diceva quel buon belga, non c’è niente di peggio per un uomo che ha qualcosa da nascondere della conversazione. Ognuno ha l’irresistibile tentazione di mostrarsi (figuriamoci poi se non ha niente da nascondere). Se non fosse questa proprio la prerogativa della lince: non dare via sè stessi. Ma per fortuna Alyx non è nomen-omen.
Così scopro molte cose interessanti: lei viene dal New Mexico, una contrada deserta, di cui molti americani non conoscono neanche l’esistenza. Odia il Texas (perchè è repubblicano fino all’osso, scommetto io senza possibilità di errore), ma le piace la California. Insieme vanno a un’università vicino a Seattle, solo che lei studia Biologia (ed è in Italia a fare cosa? Raccogliere margherite?), mentre Molly quello strano impasto umanistico che ancora non capisco. L’università da loro dev’essere facile. Di contro non concepiscono il fatto di copiare, o imbrogliare agli esami con altri modi. Non lo concepiscono proprio. Fanno una faccia strana quando il Kine racconta come ha pessato un esame due giorni prima grazie alle dispense inserite nell iPod. Ora però capisco anche il mio indimenticato professore di matematica, Nick Garofalo l’americano.
Nel frattempo Kine carbura. E quando arriva al punto giusto c’è solo da godersi lo spettacolo. Con un giro di parole e allusioni che per brevità non riporto, chiede se da loro funzioni come su American Pie. Le ragazze, imbarazzatissime, rosse, prima negano su tutta la linea; poi spiegano che in alcuni stati del sud è così, ma da loro no. Alyx, tu però sei di uno stato del sud, nevvero? Ma tengo la domanda per me. Il pezzo forte arriva quando Molly chiede se conosciamo John Wayne. Certo. E voi – chiede il Kine – conoscete Rocco Siffredi, che è anche lui un attore famoso? Loro si stanno quasi scusando della propria ignoranza, quando riveliamo che è un attore porno. Ma vogliamo confrontare John Wayne con un attore porno? Certo; anzi no, non c’è pagarone, perchè Rocco “has a bigger gun”.
Dopo questo la nostra serata potrebbe anche concludersi, la materia estinguersi e l’universo ridursi a un buco nero, perchè più in alto di così non si può arrivare.
Invece la storia continua, usciamo dalle oche e andiamo verso piazza San Marco. Qui posso sfoggiare il poco materiale preconfezionato che ho. Mischiare la storia di Venezia a quella dei palazzi che si affacciano sulla piazza e sul bacino, ricordi che ripesco dalla gite delle elementari, da tutte le volte che ho ascoltato il Milione di Paolini, da quelle poche pagine che in vita mia ho letto sulla mia città. Le storie del ponte dei sospiri e delle prigioni, le colonne di Todaro e del Leone che erano la porta della città, è tutto buono. Glorifico un po’ anche Nostra Signora indicando la basilica del Longhena e raccontando della peste e del voto che da secoli i veneziani il 21 novembre sciolgono. Gli occhi di Alyx brillano. “Do you have a lot of traditions and festivals?”. E’ una domanda da bambina (cresciuta); perchè la risposta è sì e tu l’hai già capito, solo che vuoi sentirtelo dire, e meravigliarti come se non lo sapessi. “That’s what I like!”. E ora che si è appagato il ventre, perchè vedi di fronte a te una donna andare in brodo di giuggiole, è il turno della testa. Quello che manca all’America è la storia. Ora capisci il mio poeta preferito, T.S. Eliot: “A people without history is not redeemed from time, for history is a pattern of timeless moments”. Ciò che ho mostrato ad Alyx proprio qui ai piedi della colonna di San Todaro, in questa mita sera di Aprile, è il “pattern of timeless moments”. Grazie a questo lei ha potuto astrarsi per un attimo dal tempo, e le sue pupille che luccicano ne sono il segno tangibile.

E mentre le luci calano anche su questa sera, ché non gli Alisei ci sospingono al porto di casa ma l’ignobile trasporto pubblico, penso che in altri tempi avrei citato meglio Eliot o altri poeti per chiudere questo sospeso racconto. Accomodato sui sedili di plastica della circolare notturna, ho sempre la stessa sensazione: una tigre (ma quest’oggi una lince) mi sta divorando. Penserò ancora ad Alyx la prossima volta che dalla fondamenta guarderò l’acqua del bacino di San Marco, guaderò l’impeccabile architettura della basilica della Salute. Ma mi accorgo che, pur avendo qualcosa di diverso, tutto è sempre uguale, non c’è nulla di nuovo sotto il sole. E allora la storia si conclude come era cominciata, davanti a un bicchiere di Whiskey e a un pugno di antiche sentenze ebraiche. Thoughts of a dry brain in a dry season.