PsyBlog, un eccezionale blog inglese di psicologia, cita oggi una serie di studi riguardanti la creatività. Più o meno da quando Goleman ha scritto Intelligenza Emotiva (parecchi anni fa), è di moda nel mondo accademico, nell’economia e nell’industria dire che cioè che è necessario oggi che il sapere è così diffuso e facilmente reperibile, è la creatività. Ma se si va a indagare la realtà dei fatti, si scopre che più delle nuove idee è premiato il conformismo. Così è anche a scuola, dove i bambini creativi non sono molto tollerati, vista la loro tendenza a non seguire le regole.
Ovviamente c’è una sconnessione tra quello che le persone pensano a livello conscio sulla creatività e le loro convinzioni inconscie a riguardo, come ha dimostrato un recente studio. Più o meno così è col razzismo: è difficile che qualcuno su questo pianeta si dichiari razzista, ma se questo asserto viene messo alla prova, si evidenziano dei comportamenti razzisti in una non nulla percentuale di persone.
Tutto ciò sembra sia legato al fatto che una nuova idea porta inevitabilmente con sé una dose di incertezza riguardo il futuro. E l’incertezza è un sentimento che gli essere umani tendono a evitare. Così, per evitare di sentirci male, buttiamo con lo sciacquone le nuove idee e continuamo a fare quello che abbiamo sempre fatto. Inutile dire che è un ragionamento fallace, perché da un momento all’altro possono crollare anche i riferimenti più solidi di una vita. E in quel momento, cosa farai? Verrai risucchiato con loro? L’unica via è porre la propria certezza in ciò che non crollerà mai, in ciò che ancora non esiste.