Fortuna e forme-pensiero

Nel quarto episodio della serie di speciali di quest’autunno, Derren Brown realizza un esperimento sociale sul significato della fortuna. Fa in modo che in una cittadina della campagna inglese sia sparsa la voce che la statua di cane del parco cittadino sia, in qualche modo, fortunata. Si propone di osservare la reazione degli abitanti del luogo e gli eventuali effetti che la statua avrà sulla loro vita.

Nell’idea di Derren, la differenza tra una persona fortunata e una sfortunata è che la prima, dato il proprio sistema di convinzioni, si metterà più in gioco nella propria vita e sarà portata a cogliere più occasioni, alcune delle quali le porteranno dei vantaggi. Colui che si ritiene sfortunato invece non coglierà nessuna occasione, dato che a lui non capita mai qualcosa di buono. E così nulla di buono continuerà a capitargli mai. Ciò viene dimostrato appunto nel corso nell’episodio, quando a Wayne il macellaio, che si ritiene arcisfigato, egli presenta una serie di opportunità che, se colte, gli porteranno qualcosa di buono. Alcune piuttosto ovvie, come quando pone sul suo cammino una banconota da 50 quids. Ma lui clamorosamente manca di vederla, come ha fatto per tutte le opportunità precedenti.

Nell’intento di Derren però non c’è solo la dimostrazione sociologica della sua tesi, ma anche una verifica degli effetti del “cane fortunato” sulla vita delle persone. La voce nella città dopo qualche settimana imperversa: gli abitanti si scambiano storie di eventi fortunati successi dopo aver accarezzato l’impassibile e granitico cane del parco.

Passati tre mesi dalla prima insinuazione, Derren si presenta in città con l’intento di provare se il cane sia davvero fortunato: il vincitore di un’asta avrà la possibilità di puntare la cifra offerta su un singolo lancio di dado, con l’eventuale vincita sei volta la posta. Nello svolgersi della mimesis, si scopre che il vincitore dell’asta è proprio il macellaio Wayne, che in qualche modo sembra voler cogliere l’occasione di espiare la sua intera vita di occasioni mancate prendendo il primo, clamoroso, rischio possibile: è pronto a giocarsi tutti i suoi risparmi. Le parole finali di Derren, prima che il fatidico lancio sia compiuto, sono sibilline: la statua, essendo tutta un’invenzione, non dovrebbe portare alcuna fortuna – dice -, d’altronde è possibile che l’idea di essere fortunati possa modificare inconsciamente i comportamenti, anche nel caso del lancio di un dado. È comunque più interessante quando questa serie di fenomeni riguarda l’uomo stesso, piuttosto che qualche entità soprannaturale, afferma.

La scena finale è di quelle trionfali, allorché il numero prescelto compare sulla faccia superiore del dado tratto.

Certo, 1/6 non è certo una probabilità infima, però è significativo che sia uscita, in un’occasione così eclatante e ricca delle aspettative di tutto il pubblico. Pura casualità? Tiro pilotato inconsciamente? Ai miei occhi, le conclusioni da trarre sono di natura diversa. Tutto si spiega in maniera molto semplice utilizzando un concetto proveniente dal mondo dell’esoterismo: quello di forma-pensiero, o egregora.

La forma-pensiero è come un’ameba energetica che vive in un piano eterico (ovvero non percepibile con i nostri sensi, ma non necessariamente al di fuori del nostro universo) e si nutre e prende vita grazie ai pensieri umani. Queste forme, una volta raggiunta una massa critica, possono acquisire vita propria (ma assolutamente non una coscienza propria) e cominciare ad operare intervenendo sulla nostra realtà, con l’unico scopo di perpetuare la propria esistenza. Proprio come farebbe una spugna o un fungo. Esistono forme-pensiero di tutto: del calcio, della Chiesa, degli alieni, del telegiornale di Canale 5. Tutte queste, abbiamo detto, vogliono solo trovare nuovo nutrimento (captare nuovi pensieri): la forma-pensiero degli alieni, quindi, farà in modo di prendere consistenza fisica sotto forma di nuovi ufo e nuovi rapimenti, in modo che più gente pensi a lei e scarichi le proprie emozioni su di lei.

Per formare una forma-pensiero servono le energie psichiche di una moltitudine di persone: ecco quello che è successo col cane fortunato di Todmorden. Arrivato al momento della prova, la forma-pensiero aveva abbastanza energia per controllare il lancio del dado, garantendo quindi la sua sopravvivenza nei pensieri delle persone.

Quella che chiama in causa le forme-pensiero oltre a essere una soluzione esaustiva, a pensarci bene rispetta anche  le condizioni poste dallo stesso Derren Brown. Non chiama in causa qualche entità esterna, ma l’uomo stesso. Ricade perfettamente nella categoria di “comportamenti modificati dall’inconscio”, solo che l’inconscio non è esclusivamente personale ma piuttosto collettivo, e ciò non è limitato ai comportamenti, ma anche agli stessi eventi temporali della nostra realtà.

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