Nel mondo esistono forze imponderabili ma terribilmente reali. Il caso sta nell’indeterminatezza di posizione dell’elettrone e non oltre. La circolarità (delle vicende dei singoli, della Storia, le coincidenze e ricorrenze), l’eterno ritorno nitzscheano, è una di queste. Uno potrebbe racchiuderle in prima approssimazione sotto il nome di "male".
Archivio mensile:Gennaio 2010
"Avvertiti poi in sogno di non ripassare da Erode, per altra via fecero ritorno al loro paese". Avessi l’arte di Eschilo, volentieri mi ciberei delle briciole di questo banchetto.
"Per altra via, per altri porti
verrai a piaggia, non qui, per passare:
più lieve legno convien che ti porti"
(Inferno III)
verrai a piaggia, non qui, per passare:
più lieve legno convien che ti porti"
(Inferno III)
Avevo un vecchio professore di Filosofia. Non esattamente uno stravagante, direi piuttosto un accademico a cui piaceva ancora l’esercizio (nonchè far esercitare) la memoria. Un giorno un giovane alunno gli chiese conto del perchè del pessimismo di Schopenhauer. Rispose: "All’inizio si è giovani, incorrotti, e si pensa di cambiare al mondo. Poi si diventa vecchi e ci si rende conto che il mondo è brutto e non c’è nulla da fare". Disse queste parole come se fosse lui, in quel momento, il vecchio Arthur redivivo.