Non siamo più nel Medioevo e la disputa tra realisti e nominalisti ha perso il nome e la statura, tuttavia la questione se le parole siano consequentia rerum o flatus voci striscia ancora nella nostra società. Non siamo più nel Medioevo: oggi la religione si è fatta secolare, di conseguenza il secolo religioso.
L’etimologia è saggia arma di chi fa uso, in buona o cattiva fede, di proposito o inconsapevolmente, della retorica per plasmare la realtà. Il richiamo al “vero significato di..” ha poco ha che fare con le idee platoniche di una certa realtà ultrasensoriale, si basa più che altro sulla superstizione dominante nella nostra laicissima società.
Informazioni di qualsiasi genere sono a portata di mano per chiunque. Non tutti hanno la cultura adeguata per gestirle. Di sicuro non chi, a bocca aperta, asserisce all’oratore perchè questo gli ha appena svelato il “significato originario” della parola.
Forse sto diventando vecchio e brontolone.

La città è umile e silenziosa il mercoledì sera, mi accoglie nella sua coperta di nebbia senza scoporsi. Il soffitto del duomo sembra anche lui perdersi altissimo nella foschia, le note gregoriane si impastano con quell’aria spessa. Mentre qualcuno mi ricorda che contemplare significa stare di fronte al tempio, e guardare la storia con gli occhi di Dio, nessuno si pone il problema se io mi ricordi che sono polvere.