Ho comprato anche l’ultimo libro di Palahniuk. Non è un romanzo, neanche un decamerone o un pomeriggio a Ville Diodati come Cavie, ma è un’accozzaglia di appunti, mezze storie, vagamente organizzate. E’ realtà più che immaginazione. Realtà che la supera. E c’è molto della vita di Chuck, che faceva volontariato in centri per tossicodipenza o peggio, lì dove ha sentito la vera realtà. Ad ogni modo era quello che cercavo, un libro che mi facesse alzare a pagina 33, per andare a prendere un bicchere d’acqua, e lasciarlo sul letto per ricominciare più tardi. 33 pagine di Palahniuk, fidatevi, sono abbastanza.