My Secret Is My Silence
C’era un volta un gioco che aveva come sottofondo una canzone sconosciuta ma che risultava carina. Quella canzone era You Held the World in Your Arms Tonight. Da quando la ascoltai per la prima volta ne è passato di tempo, non solo per me, ma anche per un omino col nome da pupazzo o da personaggio dei cartoni animati che il prossimo 24 luglio darà alla luce un capolavoro. Come Thom York, Roddy Woomble se ne esce con un album da solista che lascia tutti, o molti, spiazzati. Avrebbe potuto uscire tranquillamente sotto il nome di Idlewild, ma no, è un’altra cosa avere il proprio nome scritto sul fianco di un disco. E’ un desiderio che prima o poi esce fuori quello di creare qualcosa di completamente proprio e interamente riconducibile a sè stessi. Come un bambino, o forse di più. Ed è un desiderio che nasce in un preciso istante, quando si decide di smettere una faccia e indossarne un’altra. Quando si decide che un certo ragazzo ha fatto il suo tempo ed è ora di percorrere la strada per diventare un titano.
Roddy nella foto di copertina (di uno stile passato e quindi eterno) sembra voler distillare il lord Byron che c’è in lui. Lui scozzese come Byron. O Ernest Hemingway, col cappello da marinaio che scruta l’orizzonte. E non potrei crederci se questo album non parlasse di mare, di terre, e del punto dove s’incontrano. Infatti di questo parla Every Line of a Long Moment, l’unica canzone che ho potuto ascoltare fino a questo momento. E prego che siano tutte così.
Look out
across the walls into the Atlantic