So fast, so numb
Odio gli autobus. Soprattutto quelli rumorosi. Odio dover alzare il volume delle cuffiette sopra una certa soglia, e per questo quando salgo su un autobus mi fermo sempre nella parte anteriore, il più lontano possibile dal frastuono del motore. E in generale, anche se riconosco che la maggior parte delle canzoni avrebbe bisogno di un buon volume per assere ascoltata degnamente, preferisco mantenermi su livelli bassi, perchè ho a cuore la salute sia delle mie orecchie, sia della mia testa. Anche se capita di scoprire che certe canzoni si apprezzano di più con un po’ di rumore, costante, di sottofondo, che ne annulla la maggior parte del volume. Certo, avevo letto che quella mattina del 5 Aprile la voce di Micheal Stipe era un sussurro amichevole mentre cantava dell’uomo sulla luna, ma non l’avevo mai provato personalmente. Ma capita di salire su uno di quegli autobus lunghi, di essere bloccati nella parte posteriore, di non aver voglia di togliersi le cuffie o di alzare il volume, e ci si accorge di quanto intorpidente è quel sussurro di Stipe. Così, so fast so numb.

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